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Adolescenti e cannabis: davvero la depenalizzazione aumenta il consumo?

08/10/2021 – Comunicato Stampa CNR – A due giorni dalla pubblicazione del sondaggio commissionato da BeLeaf Magazine e Meglio Legale all’agenzia SWG su “italiani e legalizzazione”, Il CNR-IFC lancia un comunicato stampa dove Sabrina Molinaro commenta la ricerca che ha coordinato su “adolescenti e cannabis”: la depenalizzazione del possesso può aumentarne il consumo.

Lo studio dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ifc), pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health sul rapporto tra proibizionismo e giovani consumatori (maggio 2021), si basa sui dati raccolti da ESPAD in 20 stati europei in 20 anni su più di 300.000 studenti delle scuole superiori.

ESPAD (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs), è un progetto di indagine multinazionale trasversale ripetuta nelle scuole europee, raccoglie dati ogni quattro anni dati su alcol e altre droghe, dal 1995 ad oggi.

Il comunicato del CNR sentenzia: “Tra i giovani consumatori occasionali, la depenalizzazione del possesso può aumentarne il consumo, mentre restrizioni normative lo possono ridurre. Ma tra gli utilizzatori frequenti a rischio dipendenza le differenti politiche non incidono. Fondamentali sono informazione e prevenzione”.

Lo studio coordinato da Sabrina Molinaro del Cnr-Ifc mette in evidenza disponibilità e consumo tra gli adolescenti.

“La cannabis rimane la sostanza più utilizzata, come confermano gli ultimi risultati ESPAD, con il 16% degli adolescenti europei che nel 2019 ha riferito di averla provata almeno una volta nella vita”, afferma Molinaro.

“Per i consumatori non frequenti non si rilevano aumenti significativi nella percezione della disponibilità nei paesi che hanno decriminalizzato o depenalizzato il possesso personale di cannabis. È però diminuita di quasi 6 punti percentuali la percezione di disponibilità in alcuni paesi dove le sanzioni sono state aumentate, come in Italia tra il 2007 e il 2014”, continua la ricercatrice Cnr-Ifc. “Tuttavia, tale cambiamento nella percezione di disponibilità è rilevato esclusivamente fra gli utilizzatori occasionali, mentre per i consumatori la capacità di accesso alla sostanza rimane sostanzialmente invariata al cambiare della normativa”.

Rimpiangere la Fini-Giovanardi sembra anacronistico ed eccessivo se pensiamo al libro bianco delle droghe.

Sulla nona edizione del “Libro bianco sulle droghe” edito FuoriLuogo, gli autori riportano diversi miti da sfatare, uno dei quali è proprio: “La legalizzazione aumenta il consumo di cannabis fra i più giovani”.

Con tutte le fonti annesse meticolosamente, “i dati che provengono dagli stati USA che hanno legalizzato, ma la stessa esperienza di tolleranza olandese, dimostrano che laddove è legale sia per uso terapeutico che per uso ricreativo i consumi di cannabis da parte degli adolescenti non aumentano, ma addirittura in molti casi diminuiscono. Questi dati sono accompagnati anche dalla riduzione dei problemi comportamentali, tra cui risse, crimini contro la proprietà, uso di armi e spaccio di sostanze. I ricercatori hanno scoperto che le due tendenze sono collegate, in quanto i ragazzi, diventati meno “propensi” a seguire comportamenti sociali devianti (o avendo rimosso per via legislativa alcuni comportamenti dalla sfera della punibilità), hanno anche meno probabilità di cadere in problemi legati all’uso della marijuana.”

Tuttavia è importantissima l’Informazione per far comprendere i rischi ai giovani consumatori

La Molinaro conclude il commento alla ricerca sottolineando altri fattori evidenziati dallo studio “come le campagne di informazione e prevenzione, sottolineando l’importanza di investire in politiche basate su evidenze scientifiche. Interventi simili possono avere un ruolo significativo nel rafforzare nei più giovani la comprensione dei rischi che possono essere associati al consumo della sostanza, indipendentemente dalla percezione della sua disponibilità”, conclude Molinaro.

La dott.ssa Molinaro porta ad esempio gli Stati Uniti, affermando che “su cinque riforme esaminate, sempre relativamente ai consumatori occasionali, sono individuate associazioni significative solo: nel caso delle riforme più liberali, un aumento di quasi il 7%, in quello delle riforme più restrittive una diminuzione di circa il 3%”. Ed è proprio dall’informazione che si capisce quanta sia realmente la convergenza e la collisione tra le fonti.

Su Newport Academy (Programma di terapia americano dedicato agli adolescenti con problemi di salute mentale) troviamo degli studi che evidenziano l’innegabile incertezza dei risultati, dato che ad oggi le ricerche si confutano tra loro.

Sono 15 gli stati che hanno legalizzato anche l’uso ricreativo della cannabis, per cui potrebbero iniziare ad essere dati abbastanza attendibili, invece l’unica certezza è che “nel complesso, l’uso annuale di marijuana da parte degli adolescenti è rimasto pressoché lo stesso negli ultimi anni: circa il 13% degli adolescenti di età compresa tra 12 e 17 anni usa marijuana, secondo la Substance Abuse and Mental Health Services Administration (SAMHSA). In particolare, negli ultimi anni è aumentato notevolmente lo svapo come mezzo per assumere cannabis medica tra gli adolescenti.”

Non c’è variazione sul numero degli adolescenti, bensì sulla frequenza di utilizzo.

Da prima a dopo la legalizzazione dell’uso ricreativo “il numero di adolescenti che assumono marijuana non è cambiato sostanzialmente” al contrario “la frequenza di utilizzo è in aumento” con più adolescenti che la utilizzano più volte nello stesso giorno. (Monitoring the Future Survey, amministrato dal National Institute on Drug Abuse (NIDA), dati revisionati nel 2020.)

Uno studio del 2020 su oltre 230 adolescenti e giovani adulti nello Stato di Washington, ha concluso che gli adolescenti potrebbero avere maggiori probabilità di usare cannabis con la legalizzazione. Un altro studio di Washington ha scoperto che l’uso di marijuana adolescenziale è diminuito dopo la legalizzazione.

Uno studio sull’uso da parte degli adolescenti del California Healthy Kids Survey, ha suggerito effetti minimi della legalizzazione sui livelli di consumo degli adolescenti ma un altro studio, che ha esaminato i dati dello stesso sondaggio un anno dopo, ha scoperto che la legalizzazione era associata a un aumento significativo dell’uso di marijuana.

Questi sono solo alcuni esempi per capire come la ricerca scientifica sia ampiamente discussa e divergente. Sulla corretta informazione vige il buon senso.

Non sono da sottovalutare, ad esempio, le motivazioni per cui gli adolescenti utilizzano cannabis e perché sia incrementata l’assunzione negli ultimi anni. Su Newport Academy ricordano “Il ruolo della pandemia (che) deve essere considerato anche quando si esaminano i tassi di consumo di marijuana da parte degli adolescenti. Uno studio canadese ha rilevato che l’abuso di sostanze in età adolescenziale, compreso l’uso di cannabis, è aumentato nel 2020, in particolare tra coloro che soffrono di ansia e depressione legate alla pandemia. Sebbene i dati sull’utilizzo degli adolescenti statunitensi nell’ultimo anno non siano definitivi, molti esperti hanno osservato o previsto un aumento del consumo di cannabis a causa dell’isolamento sociale , delle attività limitate e dell’aumento dello stress”.

Articolo originale su BeLeaf Magazine

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