Un risultato possibile grazie all’impegno di tutti: sottoscrittori di ogni età, consumatori e non. Perché dal proibizionismo ci guadagna solo la criminalità!
La manifestazione di sabato scorso era stata indetta nell’estate, per unire gli attivisti a supporto del DDL Perantoni e il testo unico per l’autoproduzione.
Le realtà antiproibizioniste coincidono con i promotori di referendumcannabis.it, per questo l’evento è stata una grande festa con tavoli e sedie all’ombra del verde del parco di Piazzale del Verano. Associazioni, influencer e politici, hanno cavalcato il palco in un excursus di green economy, lotta alle mafie e diritti del malato.
MeglioLegale, 6000sardine, Cannabis Cura Sicilia, FreeWeed, DeepGreen, Volt, Tork, Canapaio Ducale, Spini nel fianco, Spinelli d’Italia, presenti anche Casa di Canapa, Sorelle in erba e Cannabiservice. La conduttrice del palco è stata Federica Valcauda, segretaria dell’ass. Enzo Tortora e in prima linea per il movimento Meglio Legale, volto noto per il movimento antiproibizionista.
Ha gestito in modo eccellente un palco difficile perché altamente politico a ridosso delle elezioni amministrative, per queso Valcauda ha commentato: “Sabato abbiamo capito che la vera sfida inizia adesso: contro le fake news, contro il semplicismo, si dovrà usare l’arma della ridente provocazione, forti dei dati e della giustezza di affrontare a viso aperto argomenti fino ad oggi scomodi”.
In effetti è stato un pomeriggio molto politico
“La cannabis è un diritto di tutti” ci ricorda Alessandro Raudino, presidente del primo Social Club italiano Cannabis Cura Sicilia
“Questa di oggi voglio prenderla come una crescita ulteriore, una festa per la raccolta firme 500000 per il referendum, anche se spero saranno molte di più, e per la presenza del DDL Perantoni.” Alessandro Raudino, presidente del primo Social Club italiano Cannabis Cura Sicilia è stata la principale rappresentazione dell’associazionismo e antiproibizionismo italiano presente sul palco, infatti ha sintetizzato perfettamente un pensiero comune: “La presenza del DDL Perantoni è apparentemente poco ma significa tanto perché nel 2021 siamo uno dei pochi paesi in cui di cannabis se ne parla poco in Parlamento e questo non è possibile. Molti dicono che non è periodo perché c’è il Covid, ma che significa? Dobbiamo vivere! Se non avessi potuto autoprodurre, soprattutto durante questi ultimi due anni, non avrei potuto avere terapia. In Sicilia non viene data gratuitamente, anche se non dobbiamo essere gli antiproibizionisti della farmacia bensì gli antiproibizionisti del popolo”.
I consumatori sono comuni cittadini di tutte le età, ne esistono milioni in ogni paese e città italiana, per cui è un diritto che deve rivendicare il popolo stesso. “La libertà di una pianta deve essere per tutti, anche per chi non ha quelle cosiddette patologie riconosciute” dice Alessandro, affetto da sclerosi multipla.
Una festa della cannabis libera piuttosto che una manifestazione
Non c’è più molto da rivendicare, piuttosto è necessario rendere consapevoli i rappresentanti politici che la scienza, la giurisdizione, il giornalismo di inchiesta, le forze dell’ordine sono tutte della stessa opinione: la depenalizzazione della cannabis è necessaria.
La partecipazione di 500 persone circa, senza tenere conto del post comizio, è stata calorosa e composta. Per evitare assembramenti i manifestanti erano seduti ai tavoli in quella che l’On Sodano ha definito come “una piccola Freetown Christiania”. Un futuro possibile e percepibile.
Articolo originale su BeLeaf Magazine