La Florida State Athletic Commission (FSAC) ha votato a favore della rimozione della Cannabis dall’elenco delle sostanze vietate nel pugilato. Il voto è arrivato dopo che la commissione ha esaminato un report scientifico della Association of Boxing Commissions (ABC) in cui viene evidenziato il fatto che la pianta non può essere considerata come una sostanza in grado di potenziare le prestazioni degli sportivi.
Secondo la FSCA la cannabis contente THC non migliora le prestazioni sportive, al contrario, può essere considerata quasi come un soppressore e gli atleti che risultano positivi al THC non dovrebbero essere puniti allo stesso modo di un atleta che risulta positivo ai farmaci dopanti.
Per la ABC è inammissibile che a causa di un test positivo alla cannabis potrebbe verificarsi un ribaltamento dei risultati di un match e un conseguente allontanamento dell’atleta dalle prestazioni agonistiche.
Ad aprile 2019, la commissione della Florida ha adottato l’elenco delle sostanze proibite stilato dall’Agenzia mondiale antidoping, in cui si afferma che per essere squalificato un atleta deve avere nel corpo una quantità di sostanza dopante superiore a 150 ng /ml. Quest’ultima decisione ha segnato un drastico cambiamento rispetto alla precedente politica della Commissione, secondo la quale qualsiasi quantitativo segnalato avrebbe avuto gravi conseguenze.
La FSAC è un membro dell’Associazione Nazionale delle Commissioni di Boxe, essa può stilare delle linee guida in per le commissioni delle altre nazioni americane ma non ha alcuna autorità su di esse. La Nevada Athletic Commission, ad esempio, ha recentemente sospeso diversi atleti UFC per uso di cannabis contente THC. Gli sportivi hanno spiegato di aver fumato cannabis molti giorni prima dei combattimenti ma che la sostanza è rimasta nel loro corpo a causa della sua lunga emivita, ciò però non è servito ad evitare la squalifica. Già nel 2017 la commissione del Nevada si era trovata davanti al caso dello sportivo Nick Diaz risultato positivo al test e sospeso dalle competizioni per 5 anni. A causa delle proteste la commissione aveva ridotto la pena a 18 mesi, nonostante ciò ha continuato a considerare la cannabis una sostanza stimolante e ad emettere pene severe per chi ne fa uso.
Cannabis e sport sono da sempre un tema molto dibattuto e, negli ultimi anni le leggi che regolano questo mondo stanno cambiando anche perché molti atleti hanno deciso di usarla in quanto la ritengono un farmaco naturale e con meno effetti collaterali da usare per contrastare il dolore dovuto ad allenamenti intensi.
Articolo originale su BeLeaf Magazine