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La canapa nella medicina cinese, una pianta dalle radici millenarie

La canapa è inclusa da sempre nella farmacopea della medicina cinese. Una pianta che affonda le sue radici nel passato remoto di questa millenaria tradizione e che oggi continua a crescere come proposta alternativa per la nostra salute. Ma qual è la sua storia nella medicina cinese oltre le leggende? La prima citazione di cannabis sativa venne accuratamente descritta dall’imperatore Shen Nung, il padre fondatore della medicina cinese. Secondo gli studi degli antichi testi, egli scrisse con dovizia di particolari le sue proprietà terapeutiche nel volume Shen Nung Ben Ts’ ao risalente al  2737  a.C., una delle pietre miliari di questa antica conoscenza.

Storia della canapa nella medicina cinese. Gli scritti più importanti

La Cina vanta una lunga tradizione nella coltivazione della canapa. Le prime tracce risalgono al III millennio a.C. I suoi semi erano alla base dell’alimentazione assieme al miglio, entrambi frutto di piante resistenti e generose. Oltre a quelle nutrienti, essenziali per l’alimentazione legata prevalentemente ad una vita di sussistenza, vennero presto scoperte le proprietà curative della pianta. Le prime testimonianze ci pervengono dal leggendario libro di Shen Nung. Questo volume descrive le caratteristiche di 300 farmaci alla base della medicina cinese. Tra i tanti spicca anche “Ma” che tradotto significa cannabis. L’etimologia del termine allude agli effetti psichici negativi, aspetto deviante se consideriamo che tutti i trattati dell’antica medicina cinese a noi pervenuti descrivono principalmente le potenzialità curative della pianta tralasciando quelli che erano i risultati secondari negativi causati dalla sua assunzione. 

Troviamo altri importanti riferimenti in scritti successivi come lo Shih-Ching. Questo volume risale al IX secolo. Le sue pagine non descrivono solo le caratteristiche terapeutiche della pianta ma anche un interessante excursus legato all’utilizzo nei riti religiosi. Secondo gli studi la cannabis era infatti considerata sacra nel Chu-Tzu. Dobbiamo considerare che nell’antichità non esisteva una netta distinzione tra l’utilizzo rituale/religioso e quello medico. Il misticismo era connesso alla cura del corpo e dello spirito poiché la malattia era considerata il segno di un influsso negativo di potenze soprannaturali che dovevano essere contrastate con arti magiche. Alcune sostanze come la cannabis portavano ad uno stato di trance estatica per facilitare il contatto con queste forze e spiriti e il medico/guaritore fungeva da mediatore. E’ facile capire perché in questo testo la terapia si confonde alla magia. Ma è proprio grazie a questi riti religiosi che fu possibile osservare l’efficacia della cannabis per curare alcuni stati dolorosi. Una presa di coscienza oltre alla suggestione che svincolò la canapa dal contesto magico e la introdusse come pianta dalle comprovate potenzialità terapeutiche. 

Un altro manuale di riferimento per la medicina cinese per migliaia di anni sono i cinquanta volumi Ben TS’ ao Kang Mu di Li Shih-Chen. Un’enciclopedia della salute del XVI secolo, elaborata sotto la dinastia Ming. Tra le innumerevoli descrizioni della flora e delle relative proprietà terapeutiche spicca anche quella della canapa e delle sue preparazioni mediche, molte delle quali ancora utilizzate.

Come veniva utilizzata e per quali sintomi

Nell’antica medicina cinese la canapa veniva utilizzata come antidolorifico, antireumatico, antipiretico, per la cura dell’inappetenza, come antiemetico, antidiarroico, spasmolitico, sonnifero e contro convulsioni e asma. Questa panacea di tutti i mali veniva assunta come bevanda per curare i dolori di origine reumatica e gottosa, il mal di testa, i disturbi ginecologici e addirittura nella malaria. Veniva assunta anche sotto forma di fumo per allietare il mal di denti e le lacerazioni del cavo orale. Secondo le fonti, la cannabis fungeva anche da anestetico. Il chirurgo cinese Hua T’ o la utilizzava per le operazioni. Veniva preparata una mistura di resina di cannabis e di vino chiamata “ma-yo” che portava il paziente allo stato di incoscienza. In alcuni casi veniva associata anche all’agopuntura. 

La medicina cinese ha sempre utilizzato anche i semi di canapa. Gli scritti narrano che questo alimento se consumato regolarmente avrebbe garantito longevità e buona salute. Erano particolarmente indicati per dismenorrea, indigestione, debolezza intestinale e in caso di intossicazioni. Anche nell’antichità si creavano creme e unguenti a base di olio di canapa per curare le infiammazioni locali e per le malattie della pelle. Oggi sappiamo dagli studi scientifici che l’utilizzo esterno è curativo per l’epidermide grazie all’azione antisettica dei cannabinoidi data dagli acidi gamma-linolenici presenti nell’olio. Oggi come allora la medicina cinese si avvale di questa preziosa materia prima, dalla storia millenaria e dal futuro lungimirante.

Articolo originale su BeLeaf Magazine

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