Durante le ultime elezioni di novembre, il 74% degli elettori del Mississippi ha votato a favore della riforma della cannabis medica che renderebbe la cannabis legale per le persone che soffrono di condizioni specifiche.
Appena prima del voto, le autorità del Mississippi, hanno tentato di squalificare la misura di riforma statale sulla cannabis, sostenendo che era stata inclusa illegalmente nel ballottaggio; i funzionari che rappresentano la città di Madison, compreso il sindaco, hanno intentato una causa sostenendo che il mancato aggiornamento delle linee guida avrebbe dovuto invalidare il voto.
I legislatori del Mississippi hanno creato il processo di iniziativa elettorale costituzionale dello stato nel 1992. A quel tempo, lo stato aveva cinque distretti. I legislatori richiedevano le firme di ogni regione per qualificare una misura per il voto, con non più del 20% da uno qualsiasi dei cinque distretti. Otto anni dopo, il Mississippi ha perso un distretto del Congresso perché lo stato ha perso popolazione secondo il censimento federale del 2000. Ma nessuno si è preoccupato di rivedere il processo di iniziativa statale per riflettere quel cambiamento.
I giudici della corte, tuttavia, hanno stabilito a maggioranza che la misura elettorale fosse incostituzionale a causa di una falla che hanno detto essere fuori dal loro controllo.
In totale disaccordo il giudice James D. Maxwell II, che ha sostenuto che: “Non solo questa particolare iniziativa è morta, ma lo è anche il processo di iniziativa dei cittadini del Mississippi”.
Il dissenso del giudice della corte suprema non è stato di certo l’unico, Carly Wolf, responsabile delle politiche statali di NORML, ha criticato severamente il provvedimento. “Gli oppositori alla legalizzazione hanno dimostrato più volte di non poter avere successo né davanti al tribunale dell’opinione pubblica né alle urne. Indipendentemente dal fatto che si sostenga o meno la riforma della marijuana, gli americani dovrebbero essere indignati per queste tattiche apertamente antidemocratiche e, di conseguenza, ai più vulnerabili del Mississippi continuerà a essere negato l’accesso sicuro a una terapia che potrebbe offrire loro un significativo sollievo da condizioni gravemente debilitanti”.
Articolo originale su Dolce Vita Online