Ogni Legendary strain degno di portare questo nome ha lasciato dietro di sè un alone di mistero irrisolto. È il caso della Northern Lights, in italiano, Aurora Boreale, una varietà di Cannabis resa famosa da Neville Schoenmakers, breeder australiano di origini olandesi, che fondò la prima seedbank legale del mondo nei primi anni ottanta e che contribuì anche a fondare Greenhouse Seeds insieme ad Arjan e Shantibaba.
A fine anni settanta alcuni coltivatori di Seattle selezionarono diversi fenotipi di un incrocio tra due piante straordinarie, delle landrace provenienti una dall’Afghanistan e l’altra dalla Thailandia. L’obiettivo primario fu quello di farle adattare al clima rigido del Nord America, ma il nome suggerisce che fu ibridata ancora prima in regioni ancora più nordiche, oppure in Europa, in Danimarca. Il mistero sta appunto nel fatto che non è chiaro come questa varietà arrivò negli Stati Uniti e non è chiaro se fu ibridata a Seattle oppure ci arrivò già pronta per la selezione. Un’altra teoria sul nome risale al fatto che alcuni consumatori riportarono la loro esperienza, raccontando che grazie a quest’erba in certe dosi si potesse percepire la luce in maniera diversa, più luminosa e brillante.
Il primo batch di Northern Lights presentava dieci varianti, probabilmente la più famosa in assoluto è la Northern Lights #5 che fu l’incrocio che Nevil ricevette direttamente dalle mani del suo breeder, un certo Greg di Seattle, che di recente ha chiarito alcuni dubbi a riguardo ai membri di ICMag.
Egli scrisse che l’intera linea di Norther Light di Seattle deriva da un batch di semi inviati dall’Afghanistan che finì nelle mani di alcuni impiegati di Herbie’s, probabilmente il più antico e ad oggi uno dei siti più riforniti di semi di Cannabis; uno di loro era un vecchio amico liceale di Greg che gli diede quattro semi.
“Testai quei semi, si trattava di una landrace indica pura, e li incrociai con piante provenienti dal Nepal, Messico e Colombia. Avevo cloni e semi di Northern Lights #5 che era un incrocio tra una Hawaiian x una Afghani di Steve Murphy. (La Hawaiian deriva dalle Thai, ndr). Ho stabilizzato e creato incroci a partire dal 1970 e mandai i semi a Nevil e anche a Ben e Kees, i fondatori di Sensi Seed, che in cambio mi diedero la formula dei nutrienti per il Grodan e quella che poi diventò la Seattle Water.
Gli undici strain di Northern Lights che ne uscirono furono classificati in indoor in base alle caratteristiche di altezza, terpeni, potenza. La #1 era un fenotipo basso e compatto, una pura indica proveniente dall’ Afghanistan, così come la #2 , 3 e 4; invece la numero 5 fino alla #11 erano ibride.
Mandai a Nevil tutte le undici varianti, suddivise in pacchetti con le varie etichette: i semi #1 ,2, 3 erano di piante 100% indica, la #5 era clone che ricevetti da Herbie Nelson e si trattava di un cross 50% Afghani e 50% Hawaiian sativa (by Steve Murphy); le altre, dalla #6 alla #11, furono incrociate con colombiane, thailandesi e sative messicane. Alla fine Nevil vendette tutto a Ben di Sensi Seeds e si mise in società con Arjan. e poi con Shantibaba.”
La versione di Neville, in risposta al post di Greg, fu leggermente diversa da quella fornita dal suo vecchio amico. Dichiarò di aver ricevuto otto varietà numerate con relativa descrizione al seguito.
“Pubblicai le descrizioni delle otto varietà sul mio catalogo, il che non significa che corrispondessero con ciò che è poi stato sviluppato successivamente. In origine la mia intenzione fu semplicemente di comprare semi dai grower americani di NL (Northern Lights). Una volta piantate ho mantenuto le linee separate e le ho incrociate. Stabilizzai la NL1 e NL2 che diedero vita a due varietà ben distrinte, la NL5 invece produsse un unico individuo. La NL1 è una indica afghana pura, presenta uno stelo principale con poche diramazioni, foglie verde molto scuro, un modesto raccolto e cime a forma di pepite. Un piccolo alberello grezzo con una buona produzione di resina che, una volta maturo, diventa dorato. L’high è narcotico. I semi variano molto di dimensione, alcuni sono piccoli, altri enormi. Amavo i più grandi: erano enormi, pesanti con svariate chiazze scure. Selezionando questi semi resi questa afghana ancora più grezza… era divertente mostrare quei semi giganteschi alla gente. Però la migliore varietà di NL1 deriva tutt’ora dai semi più piccoli, che danno vita a piante più vigorose, con cime meglio strutturate e un effetto migliore.
Non c’erano delle linee di pura indica in circolazione all’epoca. Disponevo di Big Bud, Hash Plant e G13 che erano indiche ma erano talee; la NL1 era l’unica pura afghana buona di cui avevo anche maschi (c’era anche la Sam’s Afghani #1, ma era veramente tossica in una brutta maniera…)”.
La NL2 era una Kush profumatissima. Misi fuori la NL1 come strain puro ma non diventai popolare: la gente cercava strain puri, delle landrace ma se ciò implicava sacrificare almeno il 10% del raccolto, si sarebbero lamentati. Gli ibridi di pura indica infatti diventarono più famosi la NL1 x Hash Plant e per NL1 x G-13 furono i migliori e alla fine la gente avrebbe potuto usare il termine pure, molto popolare ed erano comunque piante ottime!Penso proprio che la maggior parte delle persone che oggi pensa di avere per le mani una pura indica, se volesse sapere veramente da dove deriva, troverebbe le tracce della sua progenitrice, la Northern Lights #1.”
La Northern Lights #5 divenne presto popolarissima. Attraverso alcune voci si pensa che la NL#5 esista solo tramite clone e che Neville non abbia mai avuto i semi (secondo lui stesso mancavano tre strain su undici). Non a caso Neville tornò più volte per collezionare la linea delle NL, e riuscì ad entrare nella “NL Crew” di soppiatto grazie ad un amico indiano. Volle vedere dal vivo la mamma della NL #5, che secondo lui non presentava i tratti tipici della Thai, come invece era stato riportato in etichetta. Trasse come ultima conclusione che la NL #5 originale degli Stati Uniti fosse per metà una NL2 e, non a caso, affermò che l’ incrocio tra Northern Lights migliore tra la linee pure fosse un cross tra un maschio di NL2 e una femmina di US NL5.
In ogni caso i breeder americani hanno assicurato che non un cross che sorpassò le NL e nessun altro sviluppo è stato dato a Nevil, lo hanno aiutato con cloni e materiale per la coltivazione ma lui non faceva parte del programma di breeding e tornò a casa con alcuni premi di consolazione: Big Bud, Hash Plant e G13.
La NL#5 vinse svariate Cannabis Cup, una nel 1989, poi nel ’90 e nel ’92. Il suo profumo di pino e limone è inconfondibile, ricorda l’odore in un sottobosco, è un vero piacere per il naso; al palato è inconfondibile il mix miele e muschio mentre il fenotipo più simile alla NL#2 presenta un gusto dominante floreale, di kush.
L’effetto anti depressivo è molto marcato, lo stone è molto potente per quanto riguarda il fisico ma allo stesso tempo lascia la giusta lucidità per mantere un bel tono cerebrale. Si tratta comunque di una varietà al 90/95% indica per ciò è consigliabile godersela prima di andare a letto, e in basse quantità durante la giornata. A bassi dosaggi può addirittura donare un effetto euforico, misto a pensiero creativo.
Sotto il profilo medico può essere utilizzata per contrastare il dolore in generale e probabilmente anche da chi è affetto da alcune patologie mentali come il disturbo ossessivo – compulsivo; a dosaggi normali e medio alti aiuta a dormire e a far passare anche il più terribile dei mal di testa.
L’unico effetto collaterale certificato è una compromettente secchezza delle fauci… si consiglia di cominciare a bere già prima di utilizzarla. È uno strain molto facile da coltivare anche dai meno esperti, si consiglia il SOG per via della sua struttura con poche ramificazioni, il raccolto è medio e il tempo di fioritura molto breve, circa 6 settimane.
La sua potenza può variare dal 15 al 26% di THC in base al metodo di coltivazione e alla provenienza dei semi. In commercio è ancora disponibile da Sensi Seeds, anche nella versione Northern Lights #5 x Haze e da Mr. Nice. È uno tra i Legendary Strain per eccellenza e per questo vive anche attraverso moltissimi incroci: è la mamma di Silver Haze, Shiva Skunk, Nevil Skunk e molti altri strain famosi. Altrettanto popolare è il suo incrocio con la Low Ryder, la Northern Lights autofiorente è uno degli strain più coltivati nella storia.
La Northern Lights cambiò per sempre le basi portanti della genetica della Cannabis (e aprì un mondo nuovo a molti fumatori oltre che ai breeder) e questo è merito prevalentemente della NL #5. Fu grazie ad un bel prodigio del destino se quei semi finirono nelle mani di un breeder che volle introdurla nella sua collezione, la quale contribuì alla costituzone di un mito che ancora oggi si può gustare…
Notizia originale su MJ Passion Magazine