Purple Haze, la leggendaria genetica viola e sativa
La Purple Haze è uno strain di Cannabis a predominanza sativa che deve il suo nome al famoso pezzo di Jimi Hendrix, che a sua volta si riferisce all’ottimo LSD in circolazione tra gli anni ‘60 e ‘70 su cartoni viola. Questa è la versione che va per la maggiore; in molti sostengono invece che la canzone sia stata dedicata proprio all’erba e che l’acido che fu chiamato “Purple Monterey” in occasione del festival che volle Jimi protagonista e dove poi fu venduto.
In ogni caso il mistero non si ferma soltanto al nome. Il ceppo originale discende probabilmente da un fenotipo di Haze che si colorava di viola per conto suo durante la fioritura senza aver bisogno di alcuna escursione termica giornaliera. La mamma di questa selezione era sicuramente una Sativa Colombiana che le ha donato l’inconfondibile aroma di bacche fermentate, quasi a ricordare un liquore, misto a un sapore dolce di terra. Molti credono che questo strain sia andato perduto mentre altri sostengono di possedere l’orginale o qualche ibrido che vi discende direttamente.
La compagnia “The Flying Dutchman” vende tutt’oggi semi di Original Haze da cui deriverebbe il fenotipo di Purple che ha fatto la storia. Altri breeder hanno incrociato la Original Haze (Thai x Columbian) con dell’indica e del- la Purple Thai chiamandola con lo stesso nome. In generale, strain che sono chiamati così hanno effetti paragonabili a quelli dell’Oldtimer Haze che donano al fumatore piacevoli sensazioni psichedeliche ed energizzanti, andando a stimolarne la creatività. Non a caso, questo ceppo può essere utilizzato per aiutare a trattare l’ansia, la depressione, lo stress in generale e la mancanza di appetito. Per coloro i quali hanno la fortuna di avere tra la mani i semi dell’origina- le, la Pure Purple Haze, si possono aspettare che fiorisca non prima del- le sedici o venti settimane; su molti strain che portano questo nome viene dichiarata una fioritura che va dalle otto alle nove settimane e mezzo… diffidate da tali indicazioni, sicuramente non di tratta di una Purple Haze! Purtroppo per assaporare gli aromi di questa pianta ci vuole molta pazienza. Capita molto spesso invece che il grower medio non veda l’ora di arrivare al raccolto.
Il breeder o l’appassionato, invece, segue passo passo i cambiamenti delle sue piccole, osservandole e avendo cura di ogni dettaglio giornalmente… il diverti- mento sta appunto nel coltivarle con passione. È proprio grazie a persone del genere se le sative sono ancora in circolazione. Una pura sativa può richiedere molta manodopera soprattutto in indoor, i meno esperti è meglio che optino sull’outdoor. Una certezza è che poche persone ad oggi possono affermare di avere per le mani dei semi che si avvicinano all’originale.
Il bello è che, in molti casi, si tratta di breeder ed estimatori, i quali sono in grado di mantenere alto il valore della genetica che possiedono. Un esempio? Basta cercare nella community cannabica più grande al mondo, IcMag, per ammirare certe meraviglie e magari imparare qualcosa da grower più esperti. Anche alcuni tra i breeder più famosi come DJ Short o Nirvana sono diventati ufficialmente famosi grazie ai loro post su quel sito di condivisione. Recentemente, alcuni private breeders hanno creato un incrocio per ACE seeds che resterà nella memoria degli estimatori della Purple Haze e delle sative in generale… la Purple Haze x Malawi. Descrivono la mamma Purple come una discendente diretta dell’O- riginal Haze caratterizzata da intenso aroma di liquore nero e mirtillo selvatico, una fioritura di circa venti settimane ed un raccolto molto scarso: è una sativa pura, con foglie sottili e allungate e cime piccole ma abbastanza compatte. Dallo smoke report si sottolinea l’effetto euforico e creativo, senza limiti di tolleranza.
Il papà Malawi deriva da una pianta autoctona proprio di quello stato e gli strain hunters della situazione confermano di non aver mai provato un’erba più forte di quel- la del Malawi; la descrivono come la più psichedelica tra le landrace sative conosciute ed è per questo che hanno pensato di incrociarla con la Purple Haze. Lo strain tipico Malawiano fiorisce in quattordici settimane, il raccolto è molto alto e l’effetto è molto potente, può durare più di quattro ore. É una varietà raccomandata ed indicata solo per i fumatori più esperti ed esigenti… di solito demolisce anche i fumatori più incalliti. Si sconsiglia vivamente di mischiarla con alcol o di mettersi ad utilizzare macchinari pericolosi dopo averne fatto uso. L’obiettivo, perfettamente centrato, è stato quello di creare un ibrido con un fenotipo purple dominante sia per quanto riguarda la fioritura che i tratti aromatici, aumentando altresì la produzione di resina, il perfezionamento della crescita e il raccolto grazie al gene Malawi.
Ultimo ma non meno importante, il cross impiega circa un mese in meno ad essere pronto rispetto alla Purple Haze, circa sedici settimane. L’unico accorgimento: durante una delle ultime fasi di fioritura, l’incrocio richiede maggiori minerali quali calcio e magnesio. L’effetto post fumata è un bel mix: 60% Purple Haze, 40% Malawi. Con 11.5 settimane di fioritura, si può ottenere un effetto chiaro, positivo, creativo ed estremamente energizzante. Si è portati ad essere più motivati e si può ricadere facilmente nello psichedelico ma molto più paralizzante e totalizzante rispetto alla Purple Haze.
Il fenotipo prescelto sa di Haze, ovvero, con picchi di sapore che variano del sandalo all’incenso fino ad arrivare all’aroma di liquore e bacche tipico della Purple che fa da sottofondo a tutto quel bouquet di sapori unici. Nostalgici ed estimatori, possono trovare in commercio la Purple Haze di ACE seeds o di CannaBioGen. Charlie Garcia, fon- datore di CannaBioGen ed ex membro di IcMag, disse di aver ricevuto direttamente nelle sue mani talee di Purple preservate in UK da Oldtimer1 e Wolfmann. Entrambe le varietà impiegano più di venti setti- mane a fiorire quindi è molto proba- bile che siano molto simili all’originale. Per chi non ha tempo e voglia di coltivare questo strain leggendario ma è affascinato dal fenotipo Purple, si può sbizzarrire, in commercio ci sono ibridi per tutti che in genera- le ricordano molto le Kush con un retrogusto floreale. Sweet seeds, Buddha seeds, Sensi seeds, commercializzano semi che hanno questa peculiarietà senza però dover aspettare 5 mesi prima di avere il qualche cima secca per le mani… I più ricercatori ed alternativi possono provare semi da collezione canadesi, di Tom Hill oppure dalla se- edbank jordanoftheisland.ca: la loro Blue Dank è un cross di Purple Haze. C’è infine chi sostiene che le vere Purple Haze non siano davvero viola: “Purple Haze, all in my brain…”. Sam the Skunkman, famoso breeder statunitense afferma che la Purple Haze non è leggenda: “Io l’ho vista, l’ho fumata e coltivata. È stata in circolazione per più di dieci anni tra gli anni 60 e 70. Aveva un sacco di fenotipi tra cui silver, blue, reddish, così come la classica viola, poi c’era quella quasi nera.
Ho avuto per le mani, coltivato o fumato tutte queste varietà… erano reali. La linea genetica è Original Haze incrociata ancora con linee colombiane”. Parleremo dell’Original Haze e di al- tri strains leggendari nei numeri successivi di MJPassion DISCLAIMER La redazione di MJPassion ed i suoi collaboratori non intendono in alcun modo incentivare e/o promuovere condotte vietate dalle attuali leggi vigenti. In Italia la coltivazione di piante di Cannabis con tenore di THC superiore allo 0,6% è vietata. I contenuti di questo articolo sono da intendersi esclusivamente ai fini di una informazione personale e di cultura generale
Notizia originale su MJ Passion Magazine