Italiani e legalizzazione: come sappiamo e come sapete bene, oggi come oggi la questione relativa alla possibilità di evolvere in materia di regolamentazione delle droghe leggere in Italia è tornata prepotentemente alla ribalta. Prima con l’approvazione di un testo base sulla cannabis – che comprende una parte molto importante sulla coltivazione domestica – da parte della Commissione Giustizia della Camera dei deputati, e poi, soprattutto, con la campagna di raccolta firme per il referendum sulla legalizzazione della cannabis. Campagna che in pochissimi giorni ha raggiunto e superato la quota delle 500mila firme richieste dalla legge.
Di nuovo, come sappiamo e come sapete, legalizzazione, liberalizzazione, regolamentazione, depenalizzazione delle droghe leggere e della cannabis in particolare sono temi ben presenti in tutto il mondo, non solo in Italia, dove, lo ricordiamo, esiste già una legislazione avanzata dal punto di vista dell’utilizzo di cannabis a scopo terapeutico. Ebbene, negli ultimi anni, il mercato della cannabis legale è cresciuto enormemente in tutto il mondo, soprattutto dopo che Paesi come Canada e Uruguay hanno legalizzato anche l’uso ricreativo, così come molti stati americani, a partire da Colorado, California e, per ultimo, lo stato di New York.
Dove si è legalizzato che cosa è successo? Potremmo riassumerlo così: si sono tolte risorse e ossigeno alle organizzazioni criminali, si è data una grande spinta alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro, si è garantita sicurezza e legalità. Il tutto, senza che aumentasse il consumo. Dove si è legalizzato, nessuno se ne è pentito, anzi, è successo esattamente il contrario. E così, per esempio, proprio negli Stati Uniti è ora al vaglio una legge federale che va proprio nella direzione di una legalizzazione a livello nazionale, il More Act. E proprio negli Stati Uniti, ormai, i sondaggi fotografano una situazione ben definita, con quasi il 70% dei cittadini americani favorevoli alla legalizzazione.
Di qui l’idea, insieme a Meglio Legale, di chiedere ad uno degli istituti di rilevazione demoscopica più importanti d’Italia, SWG, di produrre un’indagine su quale sia la posizione degli italiani su questo: sulla legalizzazione, sull’autocoltivazione, sul grado di conoscenza e di informazione che gli stessi italiani sentono di avere in materia. Ecco quali sono stati i risultati di questa indagine, realizzata anche grazie al contributo di JointToYou.
Il 58% degli italiani è a favore della legalizzazione della cannabis. Per il 79% di chi è a favore, legalizzare vuol dire togliere mercato alla criminalità organizzata. Tra le motivazioni che spingono i sostenitori del sì c’è anche il “rendere più sicuro la sostanza usata” (41%) e il “rendere più libero e consapevole il consumo” (31%).
In Italia solamente 3 persone su 10 affermano di essere ben informato sul tema della cannabis. La maggior parte degli elettori che dichiara di essere pienamente informato si colloca nel centro-sinistra (37%) e nella sinistra (45%). Al contrario, tra tutte le fazioni politiche, coloro che dichiarano di essere meno informati risultano gli elettori di destra (21%). Indipendentemente dall’autocollocazione politica, dal sondaggio emerge che i laureati sono i più informati sul tema, con oltre il 40%, a fronte dei non-laureati, con il 29%.
Inoltre, si evidenzia la volontà di cambiare l’attuale legge sulla coltivazione domestica di cannabis: il 56% degli intervistati si è espresso, infatti, contrario alla norma in vigore che punisce fino a 6 anni di reclusione chi coltiva cannabis anche se per uso personale. La percentuale sale al 59% tra chi si dichiara ben informato ma scende al 41% tra i non informati. I principali oppositori alla norma sulla coltivazione si trovano tra i laureati (il 62%) e tra gli elettori di centro-sinistra, con picchi che sfiorano il 90% tra gli elettori che si autocollocano nell’area di sinistra.
Articolo originale su BeLeaf Magazine