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Sonno e cannabis: ecco perché assumendo Cbd si dorme meglio

Dormire è importante, non solo perché permette al nostro corpo di rigenerarsi e recuperare le forze, riposare infatti aiuta a prevenire malattie cardiache, diabete, rafforza il nostro sistema immunitario e supporta la nostra salute mentale.

Nello specifico il ciclo del sonno è costituito da 5 fasi: le fasi da 1 a 4 sono denominate NREM (non-rapid eye movement), mentre la fase 5 è quella del sonno REM (rapid eye movement). Un ciclo dura circa 90 minuti e al nostro organismo servono dai 4 ai 6 cicli continui per riposare.

La cannabis, in particolar modo il CBD, produce vari effetti sul nostro corpo grazie al Sistema Endocannabinoide (SEC) e altri canali. Il CBD ad esempio ha una scarsa affinità per i recettori del SEC ma favorisce la produzione di un neurotrasmettitore endogeno, l’anantamide chiamata anche la “molecola della beatitudine” che aumenta sonno ad onde lente e il sonno a movimenti rapidi degli occhi (REM) a scapito della veglia. Al di fuori del SEC, il CBD interagisce con serotonina, TRPV ed altri recettori, producendo un gran numero di potenziali effetti legati ad umore, percezione del dolore e molto altro.

Una delle caratteristiche che accumuna tutti coloro che soffrano di insonnia è la tendenza a pensare eccessivamente e l’ansia, questo porta ad un girarsi e rigirarsi nel letto senza pace.

Secondo uno studio del 2019, il CBD potrebbe contribuire proprio ad alleviare la tensione, il rimuginio e il senso di nervosismo causati e/o collegati all’insonnia. La ricerca è stata condotta su 72 volontari. Dopo aver assunto 25mg di CBD in capsule ogni notte, il 79,2% dei partecipanti ha notato una diminuzione dell’ansia nel corso del primo mese. Allo stesso tempo, il 66,7% ha notato un miglioramento della qualità del sonno.

Studi più recenti, pubblicati nel 2020 si sono concentrati sulla sperimentazione clinica di un nuovo farmaco, a base di THC e CBD che, ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento dell’insonnia cronica. Questi dati rappresentano la validazione più rigorosa sull’efficacia della cannabis per il trattamento di questo disturbo.

La ricerca, randomizzata a doppio cieco, ha valutato non solo l’efficacia del trattamento ma anche la sua sicurezza ed è stato pubblicato su Pratical Neurology. I 23 pazienti hanno ricevuto per 14 notti il farmaco e per 14 notti il placebo. Tra i due periodi vi è stata una settimana di intervallo del trattamento in corso. Ogni partecipante ha assunto o una dose singola (11,5 mg di cannabinoidi totali) o doppia (23 mg di cannabinoidi totali), per via sublinguale. Successivamente è stata misurata la qualità del sonno attraverso tracker basati sul polso e un questionario clinico. I risultati sono stati sorprendenti: i 23 pazienti trattati hanno dormito molto più a lungo e si sono addormentati più velocemente. Un altro dato interessante è che tutti i partecipanti che hanno assunto la dose più elevata hanno mostrato una riduzione dei sintomi del 36%. Ciò dimostra che il farmaco non è solo efficace, ma anche dose-reattivo. Non si sono registrati gravi effetti collaterali, il profilo di sicurezza si è dimostrato alto.

Articolo originale su BeLeaf Magazine

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