Una bella notizia: la tracciabilità scagiona gli imprenditori onesti

Dopo tanti sequestri a danno dei produttori di canapa, finalmente una bella notizia: la tracciabilità scagiona gli imprenditori onesti.

Due ragazzi a Trento decidono di avviare un’impresa, una start up sperimentale di biscotti a base di cannabis per il trattamento naturopatico di ansia, insonnia, patologie da stress, il tutto certificato da un neurologo. A causa della musica alta all’interno del capannone, però, i vicini hanno fatto una segnalazione alle forze dell’ordine, le quali poi hanno addirittura sequestrato il cultivo di cbd e un mix di fiori, nonostante la tracciabilità dei prodotti, la legittimità della produzione e l’indiscutibile buona fede a scopo di ricerca.

In questi giorni si è conclusa positivamente la disavventura, grazie al giudice Enrico Borelli che ha dimostrato intelligenza, poiché “avere una grande cultura non significa essere intelligenti” (Eraclito) e il proibizionismo ha minato la cultura stessa, per cui edotti uomini si accaniscono sul prossimo privandolo del diritto di libertà e del lavoro.

L’avv. della difesa Mario Giuliano, due decadi di esperienza nei processi per droga, ha dimostrato competenza e onestà intellettuale quando gli abbiamo chiesto una dichiarazione sull’episodio: “è paradossale – ha detto Giuliano – che qui ci siano molte realtà, sia di tipo industriale che commerciale, che producono cannabis light. Questo processo non aveva molto senso, a meno che le intenzioni non siano quelle di criminalizzare un’intera filiera”.

In conclusione, la partecipazione attiva delle associazioni di categoria del comparto produttivo del settore cannabico potrebbe essere un’occasione sprecata laddove la politica non se ne occupasse seriamente (vedi Tavolo Tecnico Mipaaf, DDL florovivaismo in Senato).

Il doping è anti-fair-play come l’abuso di sostanze stupefacenti quando si è alla guida di un veicolo, eppure la cannabis non è più drogante dal 6/12/2020, paradosso dell’antinatura al cospetto dell’ONU. Sha’Carri Richardson rischia l’esclusione dai Giochi di Tokyo per un test random a cui è risultata positiva con tracce di Thc.
Probabilmente ciò che è da rivalutare è la reputazione stessa della pianta.
Ormai sono moltissime le persone che utilizzano oli estratti full spectrum con CBD e dovrebbero poter avere prodotti innovativi a disposizione ed utilizzarli in sicurezza, con l’approvazione di legge e scienza.

Articolo originale su BeLeaf Magazine

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